Nell’apprendere del risalto dato da una pubblicazione locale ai numeri afferenti i crediti “a dubbio esito” relativi alla Cassa di Risparmio di Cento alla data del 30 giugno 2013, tematica ripresa frettolosamente da alcuni altri media, corre l’obbligo di evidenziare che i toni scandalistici adottati sono del tutto fuori luogo in quanto quella diffusa è una NON NOTIZIA dal momento che tali dati sono stati resi pubblici in occasione della presentazione dei bilanci d’esercizio relativi a quello stesso anno, il 2013, ed a quello successivo, il 2014.
L’oggettività dei numeri sopra ricordati (fonti ufficiali Banca d’Italia e ABI) conferma senza bisogno di interpretazioni come la Cassa abbia sia una minore incidenza di sofferenze e crediti deteriorati rispetto ai competitors ed al sistema, sia un maggior livello di copertura tramite accantonamenti degli stessi crediti, assistiti peraltro da garanzie reali in grado di proteggere il credito residuo ben oltre il valore netto contabile.
Ricordando, infine, che anche il livello di patrimonializzazione (il quale tiene conto sia degli accantonamenti sia della rischiosità dei prestiti) e’ ben al di sopra dei minimi regolamentari, intendiamo confermare quanto sempre sostenuto circa la solidità della banca, che ha sempre pagato un dividendo e non ha dovuto fare ricorso ad aumenti di capitale (l’ultimo risale al 2002) per spesare le perdite e gli accantonamenti importati dalla pesantissima crisi economica, peraltro aggravata per il nostro territorio dagli effetti del terremoto.