Cento, 05/10/2013 – Il direttivo dell’associazione dei Piccolo Azionisti della Cassa di Risparmio di Cento, nella persona di Marco Mattarelli, esprime il proprio parere riguardo alla “cura dimagrante” imposta alla Cassa di Risparmio di Ferrara dal nuovo commissario e chiede maggiore coinvolgimento nelle strategie aziendali da parte dei piccoli azionisti perché altrimenti “non si ottengono risultati sostenibili“.
“Apprendiamo dalla stampa che il commissario di Bankitalia ha imposto alla Ca.Ri.Fe. una cura dimagrante notevole ed un ritorno ad un modello di banca territoriale – si legge nel comunicato stampa. Oltre un anno fa proponemmo alla pubblica opinione ed ai soci delle nostre due Casse un’idea di collaborazione industriale al fine di sfruttare le economia di scala e ridurre i costi. Auspicavamo anche la riduzione dei privilegi e degli eventuali sprechi e una catena di comando corta con un management visibile sul territorio. Non fummo ascoltati e nemmeno capiti. Non ci fu nemmeno il tentativo di farlo, ma anzi fummo addirittura totalmente ignorati dagli amministratori di entrambe“.
“Le azioni della Cassa di Risparmio di Ferrara sono ormai quotate meno di 5 €, le azioni della Cassa di Risparmio di Cento sono ferme a 23 € ma sono illiquide, al punto che servono mesi per venderle. La dura realtà dei numeri ci dice che le due banche capitalizzerebbero poco meno di 550 milioni di euro. Le necessità – continua a scrivere il direttivo dell’associazione – di capitale potrebbe essere fornita anche dai piccoli azionisti, a fronte di un progetto chiaro di rilancio della banca del territorio di Ferrara, della sua provincia e delle province limitrofe geograficamente coerenti“.
Ed ecco, quindi, la proposta: “Dovrebbe essere evidente, ormai, che senza la compartecipazione dei piccoli azionisti e dei dipendenti azionisti alle strategie aziendali non si ottengono risultati sostenibili. La nostra provincia non può permettersi di perdere le sue banche e solo unendo le forze in un progetto chiaro, visibile, concreto e sostenibile sarà possibile gestire il futuro anche in funzione dell’applicazione delle norme di Basilea 3. La vicinanza di intenti, di vedute, di base sociale, di governance delle due Casse di risparmio, ci obbliga tutti a impegnarci per il mantenimento della loro autonomia sul territorio. La nostra associazione, in accordo con la European Federation of Employee Share Ownership, ribadisce le proprie convinzioni e posizioni e invita le fondazioni, la classe imprenditoriale ferrarese, i piccoli azionisti, ad unirsi nel tradurre in concreto il progetto“.
La redazione
Concordo con Marco matterelli. . Il primo a suggerire il fidanzamento delle banche locali, a mia memoria, fu addirittura Paolo Fava, circa 20 anni fa. Ci aveva visto giusto. Ma quando le vacche erano grasse, anche tutti i “contadini” volevano ingrassarsi. Ora che c e la crisi, questa drammatica crisi che ha evidenziato tutte le
Lacune e le pecche del sistema bancario Nazionale…quelle vacche sono già scappate dal recinto. E siamo fuori tempo massimo, secondo me. Ai contadini non resta che svendere la fattoria.