BONDENO 16/0917 – (LA REDAZIONE) Lunedì 18 settembre inizierà la 5° campagna di Scavi alla Terramara di Pilastri che proseguirà sino al 27 ottobre, con l’obiettivo di indagare un sottosuolo ricco come pochi di reperti risalenti all’età del bronzo.
Prima dell’avvio ufficiale dei lavori questo weekend Pilastri ospiterà una sagra a tema, quella del “Caplaz della Terramara” con menù tradizionali, grazie al supporto della locale Polisportiva, a sostegno del progetto archeologico.
“Il Comune di Bondeno è in prima fila e farà anche quest’anno la propria parte – ha voluto precisare il Sindaco Fabio Bergamini in conferenza stampa – cofinanziando un progetto che si basa anche e soprattutto sulla collaborazione istituzionale con Sovrintendenza dell’Emilia Romagna, Università di Padova e diversi altri atenei da dove giungono numerosissimi studenti che si cimenteranno sul campo. Un ringraziamento sentito anche alla polisportiva di Pilastri e a tutti quei volontari senza i quali questi scavi non sarebbero mai partiti, a iniziare da Gianfranco Po, scopritore della nostra terramara e a cui è stata giustamente dedicata la piazza di Pilastri”.
“Questi scavi sovvertono il principio che l’archeologia sia una materia limitata agli esperti – gli fa eco il vicesindaco Simone Saletti – invece in questo caso il cantiere è aperto a un pubblico molto vasto comprendente le scolaresche di tante scuole di questa e altre province, oltre a numerose persone interessate. Un vero e proprio turismo culturale che si è andato ampliando in questi anni”.
Proprio sui numeri parte la valutazione più che positiva da parte di Simone Bergamini del Gruppo Archeologico di Bondeno: “Abbiamo cercato di sfruttare nel modo migliore le risorse che ci sono state assegnate in questi anni. La qualità del lavoro prodotto è molto alta, come testimoniano i reperti trovati, ma anche le istituzioni coinvolte, oltre a studenti di vari atenei che chiedono di partecipare, alcuni dei quali giunti da paesi esteri”.
“Di scavo straordinario” parla anche Paolo Michelini della ditta Petra, nuovo direttore del cantiere. “Ottima cosa che il cantiere sia aperto: trovo giusto che la gente di questi luoghi possa documentarsi e visionare le tracce di storia dei propria antenati. La cultura delle terramare nasce proprio grazie ai contadini che, dall’800, attraverso i processi di cultura dei campi hanno cominciato a rinvenire reperti dell’antichità. In altri luoghi sono stati rinvenuti villaggi basati sulla pietra, in questo caso invece, si nota la lavorazione della terra, oltre a costituire una via dell’ambra, trasportata dal Baltico al Mediterraneo. Sulla base delle ricerche compiute gli anni precedenti si possono delineare diversi villaggi equidistanti, basati su aree artigianali stabili, un’agricoltura organizzata che utilizzava anche fitte reti di canali. Quest’anno – ha precisato l’esperto – proseguiremo il saggio avviato l’anno passato attorno ai resti di un’abitazione”.
Oltre agli scavi la ricerca prosegue prima e dopo il periodo del cantiere, con attività che si susseguono tutto l’anno. Una parte di questa ricerca si concentra sull’archeologia del cibo, finalizzata a indagare le usanze culinarie nell’età del bronzo, tra cui il vino.
Gli scavi, oltre che “open”, saranno anche “social”, dal momento che sono attivi il sito internet www.terramarapilastri.com, la pagina Facebook “Scavo della terramara di Pilastri” e profilo Instagram con hashtag “bopi17”.
All’interno degli strumenti digitali sono elencate anche le date per le visite guidate e i relativi riferimenti.