Cento 10/01/17 – (La Redazione) Una vera e propria sfida, lanciata al pubblico e a se stessi. E’ questo “The Human Jukebox“, il nuovo spettacolo degli Oblivien, in scena al Teatro Pandurera di Cento mercoledì 11 gennaio p.v. alle ore 21. Cinque contro tutti, dando fondo al proprio repertorio e provando ad ampliarlo sul momento, passando dai Ricchi e Poveri ai Rapper, da Ligabue ai Cori Gospel, da Morandi ai Queen, tutte le canzoni senza farne nessuna. Un omaggio a Povia e uno ai big italiani degli anni 80 che oggi “svernano” in Russia. Non manca nulla in questo spettacolo che segna un punto di arrivo nel percorso del gruppo, partito dal web con le parodie in musica in stile Quartetto Cetra (i famosi “Promessi Sposi in 10 minuti”) per arrivare a mettersi alla prova in uno spettacolo come “The Human Jukebox” in un crescendo tangibile di stagione in stagione. Il meccanismo dello spettacolo è tanto semplice quanto imprevedibile nei suoi sviluppi. All’inizio viene chiesto al pubblico di esprimere una richiesta su un biglietto e metterla in un boccione di vetro. “Devono segnare il loro cantante preferito del quale noi dovremo eseguire qualcosa a nostro modo – spiega Davide Calabrese – O fa parte del nostro repertorio o è qualcuno su cui possiamo improvvisare. Nel caso di richieste assurde, chiediamo chi l’ha fatta e lo mandiamo a quel paese. Questo crea un interessante effetto di straniamento strehleriano”. La regia dello spettacolo è affidata a Giorgio Gallione e anche sul piano della scenografie e dei costumi “The Human Jukebox” rappresenta un passo avanti nel percorso degli Oblivion. “Per la prima volta un nostro spettacolo è gradevole visivamente – dice Scuda -. Abbiamo abbandonato il classico fondale nero per una scenografia che mescola luci, colori e geometrie. E abbiamo ripensato tutta la parte visiva a partire dai costumi, ognuno ha avuto modo di tarare fuori la propria personalità”. Nell’ambito di un canovaccio che muta di volta in volta a seconda delle richieste della platea, ci sono comunque alcuni momenti fissi, che servono a stabilire un ritmo. Tra questi c’è il “FestivalZar“. “Sono otto minuti dedicati ai grandi “vecchi” degli anni 80, da Toto Cutugno a Pupo e i Ricchi e Poveri, che ora sono tutti in Russia a fare i soldi – racconta Scuda -. Tutti i loro successi sono rielaborati in chiave sovietica”. E poi c’è un finale che porta a un cantante contemporaneo… “Il nostro percorso parte da Sanremo, passa dalle vecchie glorie e si conclude con Povia. Un grande gospel dove l’intero teatro si alza in piedi e batte le mani”. L’interazione con il pubblico è molto forte. Nessuno salirà sul palco ma saranno gli Oblivion stessi a scendere spesso in platea (“Uno spettacolo sensoriale, grazie all’odore dei nostri costumi…”) e in base alle richieste il gioco con questo o quello spettatore è assicurato. Ma nessuno si azzardi a chiedere i “Promessi Sposi” o la “Divina Commedia”. “Pezzi storici ce ne saranno, ma sono solo quelli che sono riconducibili a un cantante”. Di carne al fuoco del resto ce n’è già molta, in uno spettacolo che rappresenta un po’ la summa di quanto fatto dagli Oblivion fino a oggi. Per maggiori informazioni: www.fondazioneteatroborgatti.it biglietteria@fondazioneteatroborgatti.it tel.051/6843295 nei seguenti giorni e orari: da martedì a venerdì ore 16-19, il sabato ore 10-12.30. Il giorno di spettacolo dalle ore 20.
Per saperne di più… Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli ovvero gli Oblivion, si incontrano nel 2003 a Bologna dove iniziano a frequentare (ma solo virtualmente) una serie di maestri eccellenti come il Quartetto Cetra, Giorgio Gaber, i Monty Python fino a creare un loro stile originale che mescola modernità e tradizione, vintage e attualità. Trascorrono anni intensi spesi nel teatro di rivista e nei musical, poi nel 2009 diventano notissimi al grande pubblico grazie al loro video su YouTube “I Promessi Sposi in 10 minuti”, geniale micro-musical visto ed emulato da milioni di utenti. Da quel momento iniziano un lungo tour teatrale con lo spettacolo “Oblivion Show” per la regia di Gioele Dix, in co-produzione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia: due stagioni di tour e oltre 200 repliche nei più importanti teatri e città italiane.Il teatro chiama poi la TV: debuttano sul piccolo schermo a “Parla con me” di Serena Dandini e segue poi l’invito nel cast di “Zelig” (prima serata Canale 5) nel 2011.
Migliaia di studenti impazziscono per le parodie culturali degli Oblivion diventate ormai parte del gergo giovanile: oltre a “I Promessi Sposi in 10 minuti” ci sono “L’Inferno in 6 minuti” e “Pinocchio in 6 minuti”. Nasce anche un libro con dvd dal titolo “I Promessi Esplosi”, (Pendragon 2011) tra il didattico e il comico: esperienza che confluiscein una serie di Lectio Dementialis nei più prestigiosi Licei ed Atenei d’Italia. Nel maggio 2011 pubblicano su YouTube “Obliviatar – Avatar in 6 minuti” realizzato in grafica 3d con la collaborazione di Video Italia per la regia di Michele Ferrari. Nello stesso anno debutta il nuovo show teatrale “Oblivion Show 2.0. Il Sussidiario” sempre con la regia di Gioele Dix. Nell’ottobre 2012 esce il loro primo singolo “Tutti quanti voglion fare yoga” seguito da un divertentissimo video interattivo, mentre nell’aprile 2013 viene pubblicato il singolo e video di “C’è bisogno di zebra”. Dal 2012 è in distribuzione anche il progetto su Giorgio Gaber “Far finta di essere G”, nato con il patrocinio della Fondazione Gaber. Nell’agosto 2013 debutta sul palco del Ravello Festival “Othello, la H è muta” spettacolo nel quale demoliscono a colpi di grottesca ironia sia l’Othello di Shakespeare che l’Otello di Verdi in uno show con la consulenza registica di Giorgio Gallione che sarà rappresentato anche al Teatro Regio di Parma dopo una lunghissima tournée. Nel 2014 gli artisti presentano “Oblivion.zip”, il loro personale archivio portatile che prevede per la prima volta il coinvolgimento del pubblico: una scaletta a richiesta dei presenti. Nel febbraio del 2015 debuttano sul web gli irresistibili mash-up del gruppo che ottengono milioni di visualizzazioni, in particolare “Morandi VS Queen” conquista subito milioni di visualizzazioni. A dicembre 2015 sono ospiti di “Panariello sotto l’albero” in prima serata su RaiUno e a gennaio 2016 partecipano alla festa dei 40 anni del quotidiano La Repubblica dove presentano il nuovo singolo “Evolution of Sanremo”, un’incredibile carrellata delle 66 canzoni vincitrici del festival di Sanremo in solo 5 minuti. Il brano spopola poi sul canale YouTube del gruppo ottenendo a breve migliaia di visualizzazioni.
Hanno scritto di loro… La voglia di spasso che fa centro
Quello in scena fino al 1° maggio al Teatro Leonardo non è un juke box musical, ma «il» juke box musical: è «human», perché fa del fattore umano l’arma di scasso di una divertente seduta psicologica di gruppo. È tra i migliori show offerti dagli Oblivion ( foto) che da anni puntano alle canzoni come reagente e specchio culturale con gran voglia di spasso non sempre innocente. I cinque folli entertainer-cantanti- attori, professionismo e tempismo a cinque stelle, fra cubi alla Rubik- Mondrian, chiedono alla platea chi devono imitare, innescando un gioco di bigliettini allegro e contagioso. Inizia così un montaggio, di relazioni pericolose, incroci azzardati, scratching, utilizzando le risorse e le provviste dello spirito di osservazione: iniziano con un tutto Sanremo di 5’e continuano coi rapper, trio Lescano, Morandi, Queen, Bach, Ligabue, i Cetra, Mina, Zero, Al Bano con Romina versione moscovita, a spasso nel tempo, nelle mode, nelle note. Alla fine all’indice dei nomi trionfo dei performer sorridenti: Davide Calabrese e Lorenzo Scuda (ideatori), Fabio Vagnarelli, Graziana Borciani, la Maselli sostituta di Francesca Folloni in attesa di un pet Oblivion. Regia di Gallione, ritmo senza pause nel non facile gioco meta teatrale dell’improvvisazione, che gli Oblivion reggono per 100’ inseguiti da un clamore entusiasta e connivente. (Maurizio Porro (Corriere della Sera)
Che bravi gli Oblivion jukebox umani. 66 festival di Sanremo liofilizzati in 5 minuti.
Diavolo di questi Oblivion. Dopo aver sintetizzato, stritolato e rimixato i classici della letteratura, dai Promessi sposi a Dante, i cinque folletti della comicità in musica in The human jukebox (regia di Giorgio Gallione) stravolgono la tradizione, meno sacra ma altrettanto intoccabile, della canzone italiana. Strizzando l’occhio al pubblico, invitato a infilare in una boccia di vetro foglietti coi nomi dei cantanti preferiti, estratti e improvvisati dai novelli Cetra durante lo spettacolo. Un impiccio da cui si cavano con ironia da vendere e il solito incredibile virtuosismo in un’ora e mezza travolgente in cui si ride fino alle lacrime, e che non risparmia nessuno: dalle 66 edizioni di Sanremo liofilizzate in cinque minuti alla parodia dei tenorini del Volo con bavaglini e vocioni da Hulk, da X-Factor alle vecchie glorie Al Bano e Romina, Pupo & C. finiti in Russia al “festival zar”. Eccellenti, con menzione speciale a Clara Maselli che sostituisce con ottimo affiatamento Francesca Folloni in maternità.(Simona Spaventa (Repubblica)