PIEVE DI CENTO (BO) 19/09/19 ( DI MARCO RABBONI) LE PARTECIPANZA AGRARIE SONO UTILI ALL’AGRICOLTURA? DOMANDA POSTA DELL’ENTE AGRARIO DI PIEVE DI CENTO CHE LO SCORSO DICEMBRE HA EFFETTUATO LA DECENNALE DIVISIONE DEI TERRENI ! Un freno o un incentivo per una moderna agricoltura? Solitamente, quando si parla di Partecipanza con riguardo alla attività agricola, se ne parla in modo negativo. Anche in occasione di Convegni e Incontri condotti da “Esperti” ci si sofferma sugli effetti della Divisione periodica dei terreni, per concludere che la eccessiva polverizzazione degli appezzamenti non può favorire la formazione di fondi di dimensioni adeguate alla realizzazione di una moderna ed economicamente valida attività agricola. La Partecipanza Agraria di Pieve di Cento ha da poco concluso le operazioni di divisione ed assegnazione dei terreni per il periodo 2019-2029 (i subentri dei nuovi conduttori sono
previsti per il 15 Ottobre 2019). E’ quindi possibile ed utile esaminare quali sono i risultati di tale operazione con particolare attenzione alle collegate e conseguenti aggregazioni fondiarie. La Partecipanza di Pieve è oggi proprietaria di circa 1050 ettari di terreni, dei quali, circa il 65% risulta assegnato in via ordinaria ai 572 Partecipanti aventi diritto al capo per la Divisione decennale 2019/2029. La dimensione del singolo ‘capo’ è di mq 9.000 di superficie agraria utile (S.A.U.). Sul totale, ben 70 ettari, pari al 7% hanno una destinazione ecologica-ambientale. Si tratta di terreni ritirati dai seminativi, a destinazione agro-ambientale, ovvero terreni destinati a parco ad uso pubblico, a fasce ecologiche e tartufigene, bosco permanente, area in cui mettere a dimora una pianta per ogni nuovo nato nel Comune di Pieve. Il tutto attraverso programmi e convenzioni con Enti pubblici e privati. Va a questo proposito evidenziato che la attenzione e destinazione ecologica-ambientale è espressamente indicata nella Legge 168 del Nov. 2017 recante le norme in materia di ‘Domini Collettivi’. Il terreno agricolo, attraverso forme di aggregazione consentite dallo Statuto e oltrepiù incoraggiate da innovative norme recentemente introdotte, ha dato luogo, per buona parte, alla formazione di fondi agricoli di dimensioni adeguate all’esercizio di una più consona e moderna agricoltura. I numeri, che sono ancora in fase di aggiornamento non essendo ancora in vigore la nuova Divisione dei terreni, evidenziano la formazione e definizione di:
– n. 14 aziende agricole di superficie compresa fra i 3 Ha e i 7 Ha;
– n. 6 aziende agricole di superficie compresa fra i 7 Ha e i 15 Ha;
– n. 15 aziende agricole di superficie compresa fra i 15 Ha e i 30 Ha;
– n. 4 aziende agricole di superficie compresa fra i 30 Ha e i 50 Ha;
– n. 1 azienda agricola di superficie compresa fra i 50 Ha e i 100 Ha;
– n. 1 azienda agricola di superficie superiore a Ha 100.
Fra quelle sopra indicate va anche segnalata la presenza di colture specializzate, frutticole ed orticole protette ed in serre con impianti fissi e superfici destinate a colture biologiche. La superficie di questi terreni così investita è pari a Ha 100, ovvero il 10% circa del totale. Basterebbero questi sintetici dati, tenuto conto anche delle destinazioni ambientali anzidette, per smentire che la Partecipanza sia solo un freno allo sviluppo agricolo dell’areale interessato, soprattutto in considerazione dell’ultimo censimento generale dell’agricoltura su base ISTAT dal quale risulta che la superficie media aziendale italiana si aggira attorno agli 8 Ha di S.A.U (Regione Emilia Romagna si aggira attorno ai 14.5 Ha di S.A.U.). Si potrebbe obiettare che resta un buon numero di ‘Capi sotto casa’, le aree verdi di pertinenze abitative e, più in generale, buona parte del Territorio Storico del “Malaffitto” centese. Quest’ultima realtà appena descritta chiude il quadro conoscitivo circa le dimensioni aziendali in quanto esse rappresentano le restanti aziende agricole con dimensioni inferiori ai 3 Ha. In ultimo è rilevante che delle 14 aziende di superficie compresa fra i 3 Ha e i 7 Ha,
ben 13 risultano collocate nel medesimo tenimento storico. Qui però è bene dire che ci troviamo in presenza di una realtà diversa che è impropriamente definita ‘zona agricola’. Meglio sarebbe definirla, e considerarla, zona di ‘urbanizzazione rurale’. Infatti, se si tiene conto della presenza di una regolare rete stradale, della elettrificazione, della rete di distribuzione di acqua e gas, oltre alla rete telefonica, manca ben poco per ritenerla area urbanizzata. E tale è considerata dagli Abitanti, tanto che l’aspetto abitativo ed il connesso valore superano di gran lunga quello agricolo. Resta in quest’area irrisolto il ‘solo’ grosso problema degli scarichi civili che oltre tutto sconta i risultati di uno sciagurato periodo in cui si riteneva corretto convogliare le acque bianche e le acque nere in una unica rete. Oggi, e non solo da oggi, si pone il dovere di affrontare una moderna bonifica che dia soluzione all’annoso e grave problema.
Per fare questo bisogna che si trovino attorno ad un tavolo operativo tutti gli Enti aventi causa ed interesse. Occorre che si riuniscano intelligenze propositive, capacità tecniche, volontà operative, disponibilità economiche pubbliche e private, determinazione per il raggiungimento del risultato, superando e dimenticando le mille inutili, improduttive, stucchevoli, quando non fastidiose e vacue, dichiarazioni di intenti del passato. Fino ad ora non è successo: è pur vero che quel che non è successo può sempre succedere.
Salvatore Alberghini
Vicepresidente Partecipanza Agraria
di Pieve di Cento