.
CENTO (FE) 24/01/23 ( NOTA STAMPA) – SALUTE FOCUS, CALAMAI: “ UNIFICAZIONE DELLE AZIENDE? SIAMO PRONTI … STOP AI RAGIONAMENTI PER COMPARTIMENTI STAGNO”. PRONTO SOCCORSO: ” AVRANNO MENI PRESSIONE SE CIU SARA’ UNA CORRETTA GESTIONE DEL PAZIENTE SUL TERRITORIO “. E SULLE RETRIBUZIONI LA D G AFFERMA: “NEL PUBBLICO DEVONO ESSERE PIU’ APPETIBILI”
Bilancio del 2022 e progetti per il 2023, come si sta ridisegnando la sanità sul
territorio? Il tema è al centro dell’ultimo appuntamento con Salute Focus Ferrara
(format di approfondimento a cura dell'azienda USL di Ferrara, condotto da
Alexandra Boeru) con Monica Calamai, direttrice generale Ausl Ferrara e
commissaria straordinaria Aosp Univ S. Anna.
Dal potenziamento della telemedicina agli infermieri di famiglia e di comunità,
figure strategiche per il territorio, passando per gli investimenti in infrastrutture e
tecnologie, le eccellenze come il Rizzoli ad Argenta o la PMA al Delta, il bilancio di
genere ma anche le criticità da affrontare come la partita delle risorse umane, la
riorganizzazione della rete dei Pronto Soccorso, i tempi di attesa, fino
all'unificazione delle due aziende sanitarie.
La parola chiave è territorio
“Ritroviamo il concetto di territorio nella missione 5 e 6 del PNRR e nella parte di
progettualità e programmazione sanitaria del DM 77, elaborato per il ministero da
AGENAS, per ridisegnarli in modo sostanziale e definitivo, con ingenti investimenti
strutturali, incluso l’inserimento di nuove figure. L’obiettivo – ha spiegato Monica
Calamai – è quello di creare una rete territoriale essenziale e centrale all’interno
dell’organizzazione sanitaria per dare risposte ai cittadini, senza mai perdere la
connessione con la rete ospedaliera”. L’ infermiere di famiglia e di comunità
“Nel 2020 abbiamo attivato un percorso formativo per rendere qualificati gli
infermieri di famiglia e di comunità, figura strategica e sicuramente un elemento di
importante raccordo con i cittadini e la comunità. Da dicembre 2021, ha ricordato
Calamai, è stato possibile inserire i primi infermieri di comunità all’interno della
nostra realtà provinciale, che ad oggi ammontano a 24. Siamo partiti dalle zone
interne, più disagiate, dove ne sono previsti due per ogni sede. Tra febbraio ed
aprile contiamo di inserirne altri 15 in diverse postazioni. Le prestazioni che sono
state fatte finora sono migliaia (presi in carico 2.200 pazienti ed effettuato 52.752
interventi).”
“La figura dell’infermiere di famiglia, come quella del medico di medicina generale,
è di grande rilevanza sia per quanto riguarda le aree metropolitane, sia per quelle
interne, o di montagna, o insulari, dove vi è una rarefazione dei servizi.
L’infermiere della comunità, ha poi messo in luce la direttrice, fa anche prestazioni
di rete, pertanto rappresenta una figura strategica, un sensore all’interno della
comunità per individuare i bisogni del singolo individuo, senza dimenticare la
partita fondamentale della prevenzione. Stiamo lavorando inoltre anche su altre
figure strategiche, come lo psicologo e l’assistente sociale di comunità”.
Il potenziamento della telemedicina
“La telemedicina è stata fondamentale. La pandemia – ricorda Monica Calamai – ci
ha permesso di strutturarci molto bene anche grazie ad una normativa che prima
non c’era e che è stata resa attuale sia a livello nazionale che regionale, quindi
tutte le prestazioni che sono effettuate in telemedicina, sono assolutamente
comparabili, poiché hanno la tracciabilità e ‘refertabilità’ di una visita fatta in
ambulatorio. In particolare, abbiamo attivato la televisita diabetologica,
cardiologica e naurologica. Stiamo attivando tutto questo anche per quanto
riguarda altre specialità, inserendo elementi come l’health meeting, che vede
gruppi di lavoro multidisciplinari di professionisti che insieme ragionano e
discutono su casi clinici specifici. Abbiamo avviato anche altri strumenti di
telemedicina, come i tele-monitoriaggi, dalle visite del fondo dell’occhio, alla parte
dell’elettrocardiogramma in remoto nelle case di comunità, la radiologia tele-
refertata ma anche a domicilio nelle CRA e nelle RSA. A breve partiremo con la
telemedicina, sia per quanto riguarda la componente di salute mentale, ma anche
cardiologica, all’interno delle carceri.”
Dal Rizzoli alla PMA, le eccellenze sul territorio
Per quanto riguarda il Rizzoli ad Argenta, grazie soprattutto alla regione Emilia
Romagna, nel 2021 è stato possibile elaborare il piano di progettazione, fino alla
sua realizzazione ed applicazione nel 2022. “Siamo partiti con gli ambulatori per
arrivare poi, nel mese di marzo, a fare i primi interventi. Abbiamo chiuso, ha
messo in luce la DG Calamai, con un numero significativo di interventi (868 con il
43% persone residenti a Ferrara, 34% da altre province dell’ Emilia Romagna e un
23% fuori regione)”. E ancora: “Abbiamo anche una sezione di riabilitazione
interna all’ospedale, a cui strategicamente abbiamo agganciato la riabilitazione
territoriale, assumendo tecnici di riabilitazione e facendo un primariato dedicato
alla riabilitazione territoriale che sia di raccordo con le unità operative di
riabilitazione che abbiamo negli ospedali. Stiamo parlando di Argenta e del Rizzoli
ma anche Cona e tutte le altre articolazioni presenti sul territorio. Quest’anno è
partita anche tutta la parte della ortopedia pediatrica.”
Un altro centro di eccellenza la cui attività va ricordata è senza dubbio quello per
la PMA dell'Ospedale del Delta.
“I centri pubblici (PMA) non sono moltissimi, spesso si trovano dei centri privati
convenzionati, accreditati, ma i pochi centri pubblici che ci sono hanno tempi di
attesa lunghissimi che portano poi le persone a fare percorsi piuttosto faticosi
oppure a fare ricorso a strutture private accreditate o addirittura andare all’estero”
dichiara ancora la direttrice delle due aziende sanitarie del territorio. E aggiunge.
“Il nostro è un centro di grande eccellenza, di cui abbiamo avuto più volte
riscontro. Abbiamo chiuso l’anno molto positivamente perché abbiamo avuto
anche la visita del CNT (Centro Nazionale Trapianti), che ci ha autorizzato e
accreditato un’ingente somma di denaro per integrare anche la figura
dell’eterologa, aprendo ulteriormente le possibilità per le coppie di poter avere
un’opportunità in più. Dovremmo partire anche su questo fra maggio e giugno
2023”.
Il Bilancio di genere
“La tematica del gender gap è una questione molto attuale – rimarca Monica
Calamai – ed è l’obiettivo 5 su 17 dell’agenda 2020-2030. La legge sulla
certificazione è una norma che riguarda tutte le aziende, interconnessa alla legge
sulla trasparenza e sull’anticorruzione. La riflessione è che il bilancio di genere
implica necessariamente un cambiamento importante di tutto un insieme di
paradigmi all’interno del sistema aziendale. È uno stravolgimento di impostazione
dal reclutamento del personale, alla composizione delle commissioni, alla
rivisitazione complessiva di quelli che sono gli assetti”. E poi ancora: “Inoltre,
stiamo concludendo anche il bilancio di genere dell’azienda ospedaliera
universitaria, che dovrebbe uscire entro la prima settimana di febbraio, per andare
verso un bilancio di genere unico. Tra le tante cose che abbiamo fatto abbiamo
individuato il gender manager, quindi un coordinamento che renda operativa e
aiuti la direzione aziendale nelle scelte di genere nella riorganizzazione aziendale
vista dal punto di vista del genere”. Le risorse umane, tra criticità e riorganizzazione
La partita delle risorse umane è duplice. “Abbiamo toccato con mano anche
durante la pandemia una carenza di risorse disponibili, soprattutto in alcuni settori”
afferma Calamai spiegando: “Nella nostra regione e in tutta Italia ci sono delle
aree che sono più critiche di altre, primo tra tutti il settore emergenza urgenza,
l’rea pediatrica, l’area dell’endoscopia digestiva.”
E ancora: “La pandemia ha fatto emergere carenze che c'erano anche prima,
partendo dal momento in cui il personale medico, in particolare, ha cominciato a
fare scelte diverse dal “pubblico”. Lavori come quelli del pronto soccorso sono
molto usuranti, in condizioni di forte stress emotivo (basti guardare alle
aggressioni di cui si torna a parlare). E Calamai aggiunge: “Non dobbiamo
dimenticare la partita delle retribuzioni che andrebbero adeguate al resto
dell'Europa e che sono meglio contestualizzate in strutture private rispetto al
pubblico rendendole più appetibili rispetto al sistema pubblico dove la tensione è
alta e le retribuzioni sono standardizzate. Fondamentale anche la
programmazione delle specialità: inutile sfornare alcune specialità quando ne
servono altre, come ad esempio quelle dell’emergenze urgenza”. E afferma: “A
breve potremmo avere un problema sul personale degli altri profili del personale
sanitario che potrebbe creare altre complessità”.
“Che cosa stiamo facendo ora? Per quanto riguarda la carenza sulla rete
dell'emergenza urgenza, sui PS, avevamo utilizzato soprattutto nel 2021 e parte
del 2022 le cooperative. Ora ha proseguito Calamai, ci siamo riassestati e sia
come Ausl che come Aosp, da mesi non abbiamo cooperative. A Cona, dove c’è
la maggior complessità, stiamo intervenendo con attività aggiuntiva con medici di
altri reparti ma con specialità coerenti con la presenza nel PS”. “Ovviamente –
prosegue la direttrice generale – continuiamo a fare concorsi, a voler assumere
persone. Nei settori in cui i professionisti ci sono prendiamo tutte le figure
disponibili e se guardiamo il raffronto del personale tra il 2019 e oggi, gli
incrementi sono importanti. Non dobbiamo scordarci però che dobbiamo
comunque riorganizzare gli assetti, per diminuire elementi di pressione negli
ospedali e gestire di più sul territorio, dove oggi grazie a nuove tecnologie e
terapie si possono portare attività che in passato non era possibile portare”.
La rete provinciale dei Pronto Soccorso
La rete PS è stata oggetto di una delibera che ha già una parte di sua operatività.
C’è un coordinamento provinciale con briefing giornalieri coordinati dai direttori
sanitari e per la ricollocazione e la rivalutazione, non solo dei flussi ma dei pazienti
che devono essere collocati per ricovero, coinvolgendo anche il privato
accreditato. “Questi percorsi con il territorio possono essere migliorati ulteriormente ma già
producono dei risultati perché, ha spiegato Calamai, si ragiona in modo
orizzontale partendo dal presupposto che il cittadino è sul territorio”.
Su Ferrara è stato attivato il primo ambulatorio a bassa complessità che ha dato i
suoi frutti e per il quale si valuta l’apertura anche a Comacchio e a Bondeno come
prevedono le indicazioni regionali.
“Abbiamo anche individuato la figura del “bed manager” per valutare i ricoveri,
sugli ospedali di Lagosanto e di Cento è partito il “see and treat”, un percorso a
gestione infermieristica con la presenza del medico per accelerare prestazioni di
bassa complessità che partirà anche su Cona. Non è la soluzione univoca questa
ma ci saranno ulteriori evoluzioni perché l’obiettivo è quello di semplificare la vita
del cittadino ed indirizzarlo in modo giusto quando la sua problematica che
potrebbe essere gestita sul territorio e non presso il PS”
La specialistica ambulatoriale e i tempi di attesa
“La partita dei tempi d’attesa è importante non solo per per un dovere etico ma
anche per indicazioni cogenti e monitorate della regione. Per quanto riguarda le
visite “classe B e D” (ovvero le prestazioni da eseguire entro 10 giorni, ndr)
abbiamo recuperato molto”. Calamai poi spiega: “Abbiamo alcune criticità per
l'endoscopia digestiva non troviamo i professionisti nemmeno presso i privati
accreditati e criticità ci sono anche per la risonanza addome”. “L’unificazione su
questo ci sta decisamente aiutando, abbiamo attivato l’ambulatorio allergologico a
Cona e creato la rete di pediatria chirurgica su tutti i distretti. Abbiamo anche
creato una unità operativa nuova che coordina a livello provinciale la gestione
ambulatoriale ma è chiaro che non è questa la risposta, sui fronti più critici, che
vorremmo dare”.
Sulla parte degli interventi chirurgici i tempi d’attesa vengono rispettati per oltre il
9% della chirurgia oncologica riferisce Calamai mentre le criticità ci sono sulla
bassa complessità come ad esempio l’ernia inguinale o le emorroidi. “Su questo
stiamo avviando un ragionamento di riorganizzazione – dichiara Calamai – per
riuscire a smaltire questi volumi e dare delle risposte migliori al cittadini perché al
momento siamo sotto al 50% delle risposte rispetto ai tempi d'attesa previsti”.
Investimenti ed infrastrutture
“L’opportunità straordinaria che oggi abbiamo avuto è quella del PNRR perché
l’investimento complessivo per il nostro territorio è di 46 milioni – spiega ancora la
Direttrice generale -. Investimenti che ci hanno consentito intanto di andare a
consolidare alcune realtà, dalla casa di comunità di Copparo, che non aveva mai
avuto una ristrutturazione importante, così come quella di Codigoro, dove
andremo a realizzare un Osco in più ad indirizzo riabilitativo. E ancora tutta la
casa di comunità di Portomaggiore, Bondeno che avrà il suo Osco con
l'aggiudicazione dei lavori che è imminente, l’investimento ultra milionario che
riguarderà la casa della comunità di San Rocco (cittadella sanitaria con un
ospedale di comunità interno, con delle aree di degenza) e le Centrali Ospedali
Territorio nelle case di Comunità di Argenta, Comacchio, Ferrara e Bondeno.
Ad Argenta ci sono 11 milioni di euro di investimenti per l’antisismica e poi, per
ampliare ancora l’offerta sul territorio alcuni sindaci (Argenta, Voghiera, Terre del
Reno) ci stanno mettendo a disposizione le strutture in cui dare vita ad altre
piccole case della salute”.
E chiosa. “Il nostro territorio si va a mappare con delle presenze importanti dentro
una riorganizzazione dove sia il territorio che gli ospedali non perdono valore ma
lo acquistano perché utilizzati correttamente”.
Non solo infrastrutture ma anche tecnologie, qui l’investimento è di 5 milioni di
euro su Cona e il resto sulla parte territoriale, ai quali si aggiungono quasi 8 milioni
per quanto riguarda la digitalizzazione che riguarderà l’intera provincia.
Unificazione delle aziende, a che punto siamo
“Sull’unificazione c’è una parte che il cittadino vede meno ma che è importante in
una visione provinciale, ed è quella del servizio del bilancio delle due aziende, in
parte avvenuta e in parte in corso – dichiara ancora la direttrice generale -. Questo
consentirà di ottimizzare eliminando “duplicazioni” e potendo destinare ulteriori
risorse alla sanità sul territorio. Certamente un effetto immediato e visibile per il
cittadino sarà l'unificazione della rete dei cup e delle accoglienze o sui percorsi
sanitari, non solo sull’emergenza urgenza, ma su tutti i percorsi assistenziali”.
“Oggi si vive molto a lungo, alcune patologie sono croniche, avere professionisti
che costruiscono insieme il percorso del paziente, ha rimarcato la DG Ausl, non
solo semplifica il modo di lavorare ma soprattutto semplifica e migliora la presa in
carico del cittadino stesso”.
“Quanto ai tempi – afferma Calamai – noi siamo pronti. Abbiamo già discusso gli
obiettivi del 2023 con tutti i professionisti insieme, non stiamo ragionando più a
compartimenti stagni, è molto faticoso, ma è uno sforzo che vale la pena di fare.
La parte complessa dell’unificazione, oltre che la parte clinica, è la parte tecnica
amministrativa e questa la stiamo chiudendo. C’è infine la parte che riguarda il
livello ministeriale che deve dare il timbro alla regione. L’altro giorno l’Assessore
Donini ha detto che quest’anno la partita si chiude. Noi siamo pronti, che sia ad
inizio anno o alla fine, ha concluso Calamai, noi siamo comunque pronti!”
Il bilancio personale di questi ultimi due anni e mezzo.
“La scelta della sanità pubblica per me è stata la scelta di una vita. Il momento
pandemico è stato significativo, mi ha messo alla prova da un punto di vista
professionale nell’andare ad organizzare la rete di gestione della pandemia, ed è
stato bellissimo dal punto di vista del servizio che rendi alla popolazione. Questa
unificazione è un percorso straordinario e devo dire unico, lo trovo sfidante ma
sempre nell’ottica di dare un servizio ai cittadini. Credo che questa riforma
complessiva che vede un territorio che prende corpo, che diventa vivo che ha un
disegno suo e dà servizi ai cittadini, dentro anche una riorganizzazione degli
ospedali sia una sfida importante senza perdere di vista l’innovazione. Quanto al
futuro personale, mi piacerebbe occuparmi di formazione, di giovani e
progettazione di idee, sempre con la finalità di costruire qualcosa di buono
insieme”.
i nostri speciali sponsor