CENTO (FE) 17/06/21 – FABIO BERGAMINI (LEGA) IN SOCCORSO DEI RISOCOLTORI LOCALI, INCONTRATI A JOLANDA DI SAVOIA : <<«Grido di allarme dei produttori locali: senza deroghe alla possibilità dell’abbruciamento delle paglie, molti agricoltori potrebbero abbandonare la coltura»
Il lamento dei risicoltori ferraresi arriva in Regione, dopo le annunciate misure anti-emissioni di Co2 in atmosfera che, di fatto, vietano l’abbruciamento dei residui vegetali nelle campagne. «Senza la possibilità di una deroga, rispetto all’abbruciamento delle paglie derivanti dalla produzione di riso, molti agricoltori potrebbero decidere di abbandonare definitivamente la coltura, facendo segnare una perdita evidente di indotto e qualità». A dirlo è il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, che ha incontrato alcuni dei principali produttori di riso del territorio proprio a Jolanda di Savoia per toccare con mano il problema. Erano presenti: Azienda agricola Cavazzini, in rappresentanza dei produttori del Consorzio del Riso del Delta del Po; azienda agricola Agripadana, azienda agricola Braendly, azienda agricola Tagliati, che insieme rappresentano circa 1.000 ettari coltivati a riso sul territorio. «Senza deroghe alla possibilità di abbruciamento ci troveremo di fronte ad un grande problema – confermano Tagliati e Cavazzini –. Interrando la paglia nei nostri terreni torbosi e ricchi di azoto, come richiede la Regione, potremmo avere due effetti negativi: l’impermeabilizzazione del terreno e la produzione di tossine, nocive alla coltura del riso». Gli ultimi anni hanno visto una riduzione sostanziale delle superfici agricole coltivate a riso, passate da 10mila e 5mila ettari (1.000 dei quali coltivati a Riso del Delta del Po Igp). «Le politiche europee riguardanti le restrizioni su fungicidi e molecole in grado di contrastare le erbe infestanti – aggiungono gli agricoltori presenti all’incontro – hanno portato molti risicoltori a fare qualche conto in tasca, visto che l’aumento dei costi di produzione si scontra con quotazioni del riso rimaste tendenzialmente basse negli ultimi anni». Non deve stupire più di tanto, dunque, che molti abbiano deciso di seccare le risaie e dedicarsi ad altre colture, come la soia. «L’abbruciamento dei residui vegetali derivanti dalla produzione del riso – concludono i produttori locali – è contenuto nello stesso disciplinare del Riso del Delta Igp. Il nostro è un territorio (e un terreno) completamente diverso da quello del Vercellese e del Veneto: un terreno torboso che non offre soluzioni diverse», afferma Crepaldi, direttore di Agripadana. A confermare tutto ciò anche Ente Nazionale Risi, ente pubblico economico sottoposto alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, che svolge un’intensa attività mirante alla tutela di tutto il settore risicolo. «Chiediamo una deroga strutturale di alcuni anni alla Regione e fondi da investire in ricerca – è l’appello finale – per trovare altre pratiche agronomiche alternative per lo smaltimento delle paglie derivanti dalla produzione». /Foto dell’incontro svoltosi a Jolanda di Savoia tra Fabio Bergamini ed i produttori locali.