CENTO (FE) 20/01/23 ( NOTA STAMPA) – CURE PALLIATIVE: INTERVISTA ALLA D.SSA LORETTA GULMINI NEO DIRETTRICE DELL’UNITA’ COMPLESSA DI AUSL … GULMINI: IL MIO IMPEGNO PER PREMDERE IN CARICO PIU’ PAZIENTI POSSIBILI !
L’incarico di nuova direttrice dell’Unità Complessa delle Cure Palliative di Azienda Usl è partito il
2 dicembre e ora la dottoressa Loretta Gulmini, oncologa esperta in cure palliative, ha almeno
tre obiettivi da portare avanti con il suo mandato: attivare quanto prima nell’ospedale di Cona un
ambulatorio per le cure palliative che prende in carico il paziente prima della dimissione, allargare
il più possibile il numero coloro che necessitano di cure palliative (nel 2019 l’Azienda Usl di
Ferrara copriva già il 59,8%). E ancora: aumentare i posti letto che nel Ferrarese sono destinati a
chi ha bisogno delle cure palliative.
Temi che sono stati anche al centro del convegno per gli addetti ai lavori, dal titolo “Dignità delle
cure, terapie palliative e donazione d’organo” che si è tenuto giovedì 19 gennaio nell’Aula
Magna di Cona.
Direttrice Loretta Gulmini ci può spiegare cosa sono le cure palliative?
Sono tutte quelle cure che subentrano quando una malattia non risponde più ai trattamenti che
servono per guarire ma tengo a precisare che non si rivolgono solo ai malati oncologici.
Ci spieghi meglio: a chi sono destinate?
A tutti quei pazienti che sono affetti da patologie croniche evolutive.
Anche a un ex fumatore che ha una bronco pneumopatia cronico ostruttiva?
Esattamente. Quello che intendo fare con questo mandato è proprio far capire che le cure
palliative non sono solo cure rivolte a chi è un malato oncologico ma anche a chi non regredendo
dalla malattia, perché non risponde alle cure di guarigione, vuole avere una qualità di vita
migliore, per esempio evitando che spesso finisca in pronto soccorso o ricoverato.
Quanti sono i malati che avete in carico?
Sono poco più di mille pazienti, per la precisione 1017. Si aggiungono un po’ meno di 40
pazienti pediatrici. Anche in questo caso, tengo a precisare che non sono solo bambini affetti da
tumore solido o nel sangue ma spesso ci troviamo a trattare bambini che, per esempio, hanno
malattie neurologiche rare dovute a una sofferenza che si è verificata la momento della
nascita.
Quali sono gli obiettivi principali che si è proposta di raggiungere con il nuovo incarico?
Ce ne sono molti e tutti sono importanti. Sicuramente uno dei primi obiettivi, dopo che il
Ministero ha fatto la norma, poi recepita dalla Regione, è sicuramente quello di allargare la quota
dei pazienti da prendere in carico nel corso del prossimo triennio. Noi stiamo già trattando (il dato
si riferisce al 2019, ndr) il 59,8%. Mi sono inoltre riproposta di attivare entro il 2023, all’interno
dell’ospedale di Cona, l’ambulatorio per le cure palliative affinché la nostra attività sia più
integrata con i reparti ospedalieri e dunque facilitare la presa in carico precoce dei pazienti già
dal momento del ricovero e prima che vengano dimessi. Mi ripropongo inoltre di creare sei nuovi
posti letto hospice nel Distretto Ovest. Obiettivi che per essere raggiunti necessitano un lavoro
intenso ed efficace per arrivare a un cambio di paradigma: le cure palliative non sono cure
destinate solo ad essere praticate quando si è verso la fine della propria vita.
Cioè?
È stato dimostrato che le cure palliative, se attivate in modo precoce in chi ha avuto un esito
infausto della diagnosi, possono addirittura prolungare la prognosi grazie ai ridotti ricoveri
impropri in ospedali per acuti e riducendo gli accanimenti diagnostico-terapeutici. Risultati che si
possono ottenere solo se con la squadra che dirigo saremo sempre di più a stretto contatto con i
colleghi di tutte le strutture sanitarie, dall’ospedale alla casa di cura. La formazione al trattamento
della persona con le cure palliative è un aspetto fondamentale affinché si arrivi, e in tempi
precoci, all’attivazione di questo percorso che può migliorare la qualità di vita di un paziente.
Qualcuno potrebbe obiettarle che facendo così si rinuncia prima all’uso delle terapie di
guarigione … Non è cosi, assolutamente. Le cure palliative sono cure che si attivano simultaneamente alle
altre. Quello che invece intendo fare e allargare sempre di più la formazione all’uso delle cure
palliative in tutti i campi. Per tale motivo stiamo formando i colleghi degli ospedali, ma siamo
anche dentro la Facoltà di Medicina, a fianco degli studenti del 6 anno con una formazione sul
campo. Vorrei ricordare inoltre che proprio la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ferrara è tra le
17 facoltà italiane che hanno attivato la scuola di specialità di Medicina palliativa e attualmente
conta due medici specializzandi. Il nostro lavoro, inoltre, è in hospice, che sono anche luoghi di
cura intermedi, a domicilio del paziente e in ambulatorio, e forniamo anche consulenze
territoriali.
Cosa intende per hospice intermedio?
Strutture in cui il paziente viene accolto per un sollievo familiare, per una sua gestione
sintomatica o per un accompagnamento al fine vita.
Dove si fanno le cure palliative?
Non c’è un luogo di cura unico. Nel territorio esistono 7 ambulatori ma le cure palliative
vengono effettuate anche in hospice, a domicilio, prima delle dimissioni in ospedale oppure in
casa di riposo.
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