CENTO (FE) 13/02/23 ( NOTA STAMPA) – CENACCHI ( CONFAGRICOLTURA): “ULTIMO GRIDO D’ALLARME, SENZA LA DEROGA ALLE BRUCIATURE DELLA PAGLIA NON CI SARANNO PIU’ RISAIE NEL FERRARESE”
“Se la Regione Emilia Romagna non concederà la deroga al divieto alla combustione dei
residui colturali del riso in campo, la scomparsa delle risaie ferraresi è molto più che una
probabilità”.
È quanto afferma Giampaolo Cenacchi, Presidente della Sezione Riso di Confagricoltura
Ferrara e di Confagricoltura Emilia Romagna.
“La bruciatura delle stoppie e delle paglie di riso è una pratica che ha lo scopo di
eliminare le sementi delle infestanti e di riso selvatico, i patogeni, e di evitare la formazione
nel terreno di sostanze da fermentazione dannose per il riso – ricorda Cenacchi –. Per la
tipologia dei nostri terreni, al momento, non esiste una soluzione alternativa alla
bruciatura, perché l’interramento della paglia nei terreni compatti e asfittici, quali sono
quelli del basso ferrarese, soggetti a risorgenza della falda acquifera, comporta una
degradazione delle paglie molto lenta, con formazione e accumulo di sostanze tossiche che
pregiudicano la produttività e salubrità del terreno. Proprio per questo il disciplinare di
produzione del Riso Delta del Po IGP considera la bruciatura delle stoppie obbligatoria. In
dieci anni le risaie ferraresi sono calate da 10 mila ettari a poco più di 4 mila; ciò
rappresenta un danno di carattere anche ambientale, in quanto le risaie sommerse sono
indispensabili per l’equilibrio idrogeologico, preservano la biodiversità e rappresentano una
barriera naturale per contrastare l’eccessiva acidità e salinità nei nostri terreni e la risalita
del cuneo salino, perché forse non è chiaro, ma senza la risicoltura l’intero settore agricolo
sarà a rischio. Chiediamo quindi che la Regione consenta la bruciatura delle stoppie e delle
paglie sui seminativi per le superfici investite a riso, da effettuarsi con le modalità già
previste nella precedente deroga, ovvero con modalità atte ad evitare impatti diretti di fumi
sulle eventuali abitazioni circostanti, mantenendo il divieto nei giorni in cui dovessero
essere state attivate le misure emergenziali per la qualità dell’aria (“bollino rosso”), o in cui
fosse stato dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi. Senza la
tempestiva emanazione di questa deroga – conclude il Presidente dei risicoltori emiliano
romagnoli di Confagricoltura – perderemo uno dei prodotti più caratteristici ed apprezzati
della provincia di Ferrara, dato che, come noto, la risicoltura emiliano romagnola è ormai
quasi esclusivamente concentrata nel ferrarese”.