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CENTO(FE)PER LA RUBRICA DI CULTURA, ARTE E TURISMO “IDENTITA’ E RISPETTO:OSSERVIAMO IL MONDO CON GLI OCCHI DELL’ARTE” IN QUESTO ARTICOLO IRENE FINI VISITA RAVENNA E LA MAGIA DELLA LUCE!
Da Nord a Sud, da Est a Ovest, chiunque può ammirare, percepire, godere di un complesso
patrimonio culturale che nel corso del tempo, regna, decora, anima e fa vivere la Penisola italiana.
È sempre affascinante scoprire, ma soprattutto anche rivedere luoghi, città, borghi; scrigni di perle
culturali che raccontano sempre una storia ai loro visitatori. Città di antichissima tradizione e origine è Ravenna, la quale, dopo essere stata conquistata nel 540 dal generale Belisario, agli ordini dell’Imperatore d’Oriente Giustiniano, divenne sede dell’esarcato bizantino e si arricchì di opere straordinarie.
Il mio luogo preferito di questa meravigliosa città, è la Basilica di San Vitale, che ho avuto il
piacere di rivisitare recentemente. Ma qual è l’origine della Basilica? L’opera fu finanziata da un
generoso banchiere ravennate di origine greca, attraverso una prassi diffusa: tali donazioni erano
regolate da un decreto imperiale che definiva tutte le varie fasi, dal finanziamento alla costruzione,
con l’obiettivo di garantire la completa realizzazione delle opere. Un cortile meraviglioso ed elegante si apre al di là della recinzione perimetrale e seguendo il percorso indicato, l’occhio inizia a soffermarsi sulla splendida e particolare costruzione geometrica. L’edificio riporta tutte le innovazioni dell’architettura ravennate: dal nucleo principale emergono il tiburio ottagonale sopraelevato e un’abside poligonale affiancata da due cappelle. Certamente, ciò che attira migliaia di visitatori a Ravenna, sono i suoi splendidi mosaici e, la
Basilica di San Vitale, è la culla di un apparato musivo senza precedenti. Tuttavia, prima di
soffermarmici, vorrei invitarvi ad osservare l’ambiente interno della Basilica in tutta la sua
complessità. L’interno si articola in un ampio ambiente centrale ottagonale, coperto da una maestosa
cupola di 16 m di diametro, sorretta da otto robusti pilastri. Di grande maestosità e stupore è il
motivo ricorrente dell’articolazione ritmica di masse circolari che rende meno definibile la forma
geometrica chiusa. Tutto ciò fornisce una sensazione che la superficie muraria sfugga dal centro
dell’edificio per dilatarsi elasticamente, con un moto centrifugo, verso l’esterno. Lo spazio centrale
appare così indeterminato al visitatore e si trasforma sotto i sui occhi, rivelandosi gradualmente in
infinite prospettive e in un sovrapporsi di vedute mutevoli anche per effetto della luce.
È proprio la luce il filo rosso, la guida di colui che osserva. Una luce che si rifrange
sull’architettura, ma anche sui mosaici, in un gioco imprevedibile e in continuo movimento.
L’idea dello spazio , così come le tecniche costruttive impiegate, derivano dall’architettura romana,
ma vi è una differenza sostanziale, vediamola insieme: nella convenzione romana lo spazio,
trattenuto dall’imponenza delle murature, è di natura statica, mentre lo spazio a San Vitale, di
convenzione bizantina, è dinamico. Esso sembra, infatti, volersi espandere al di là della struttura
architettonica che, celata sotto l’ornamentazione, appare come un velo sottile.
Una curiosità molto interessante è che l’interno di San Vitale, dove tutto sembra immateriale e
magico, è paragonabile a quello di Santa Sofia a Costantinopoli. Questo capolavoro dell’architettura orientale è caratterizzato da una lenta, solenne e continua armonia di ritmi curvilinei e dominato da
una gigantesca cupola (proprio come la nostra Basilica ravennate).
Ma ancora, ricordo che la Basilica di San Vitale è stata fonte di ispirazione continua per l’artista
Gustav Klimt, il quale, a seguito della sua duplice visita in città (1903), diede inizio a quel periodo
della sua pittura chiamato “aureo”.Invito tutti quanti voi a visitare o a ritornare ad ammirare non solo la città di Ravenna, ma soprattutto questo splendido capolavoro di arte musiva, che a distanza di secoli ancora, in tutta la
sua espressività e potenza, brilla di luce propria.