Il fatto – Sei mesi fa due intere liste civiche certificate del MoVimento 5 Stelle sono state diffidate ad utilizzare nome e simbolo di proprietà di Beppe Grillo: MoVimento 5 Stelle di Cento e Progetto per Ferrara.
Due gruppi di persone, di cittadini che tuttora credono in quella che è la più grande rivoluzione sociale e politica dal dopoguerra. Cittadini stufi, stanchi ed avviliti a causa di una classe politica che segue i propri interessi, che non è più capace di parlare con la gente, che continua a tradire ed a prendere in giro il popolo italiano. Gente semplice che si ritrova, come noi, da dopo il terremoto che ha colpito duramente la città di Cento, a riunirsi in un garage. Due gruppi di cittadini che credono nell’applicazione di una corretta democrazia interna nel MoVimento e che, ad oggi, non esiste. Cittadini semplici ma con un forte senso civico che spesso lottano contro poteri forti, spinti da quella forza di riscatto sociale che sta richiedendo un intero paese. Uomini e donne che hanno raccolto migliaia di firme nelle lotte contro la Casta, a testimonianza del loro lavoro sul territorio che credono nel Non-Statuto del MoVimento 5 Stelle e nel suo principio unico nella storia della politica italiana: Uno Vale Uno.
Le contraddizioni del MoVimento – Eppure, proprio per questo nostro “credo”, siamo stati diffidati da uno studio legale milanese, composto da sette avvocati, su incarico della Casaleggio Associati srl, una società di strategie di rete. Abbiamo sentito doveroso, come attivisti, richiedere con forza una spiegazione sulla diffida ad un eletto ed al gruppo che egli rappresenta nel consiglio comunale di Ferrara. Morale, una diffida anche a noi attraverso due righe scritte in modo superficiale sotto forma di PS in calce ad un post dal titolo premonitore: Game Over. Nessuna spiegazione a riguardo e nessuna risposta alla nostra “lettera aperta” scritta a Beppe Grillo ben 170 giorni fa.
Il problema quindi esiste nel MoVimento 5 Stelle e non sono nè Tavolazzi, nè Favia. Non stiamo parlando di una diffida ad una singola persona ma a due interi gruppi di attivisti 5 Stelle che a loro volta, hanno alle spalle circa 4.000 elettori e più di 14.000 cittadini che hanno partecipato attivamente con il loro voto ad una iniziativa referendaria di Progetto per Ferrara.
La nostra testa è già sul tavolo e non fate finta che non ci sia: a noi non può essere imputata la ricerca di una poltrona o la velleitaria, assurda, ridicola, volontà di creare un partito.
Che il sogno si avveri attraverso la costruzione di una rete nazionale mediante una piattaforma dove si possano scegliere candidati e partecipare alla stesura del programma, costringendo gli altri partiti ad adeguarsi, se desiderosi di competere. Oppure lasciamo il MoVimento alle decisioni di solo due persone o poco più.
Il bivio – Il MoVimento 5 Stelle è davanti ad un bivio: se si sceglie la strada sbagliata, si trasformerà in uno dei tanti partiti “ad personam” della politica italiana, che rigetterà nella disillusione tanti italiani.
Sta a voi attivisti e cittadini decidere le sorti di questo sogno. Venite a trovarci nel garage, ci riuniamo tutti i lunedì sera. Noi di certo non molleremo.
Comunicato inviatoci da Cento in movimento