Il referendum – I ragazzi di Cento in Movimento hanno mandato alla stampa un comunicato riguardante l’acqua pubblica e, più precisamente, riferita a Cento. Tutti gli italiani, compresi i centesi, vennero chiamati al voto referendario, nel giugno 2011, per esprimersi riguardo, appunto, la gestione dell’acqua.
Ognuno conoscerà l’esito del voto, vinse l’acqua pubblica a scapito delle privatizzazioni di un bene primario, e a Cento quasi 16mila cittadini centesi andarono a votare.
Il fatto – Il movimento ripercorre quello che avvenne a Cento in quel periodo: “Nel marzo dello stesso anno, il precedente consiglio comunale approvò all’unanimità l’O.D.G. ad oggetto: Acqua potabile, bene comune da tutelare come pubblico avente come fine l’inserimento nello Statuto comunale del principio dell’acqua come bene a non rilevanza economica, come un diritto umano essenziale, un bene comune universale inalienabile. Il mese successivo veniva approvato, sempre all’unanimità, l’integrazione allo Statuto comunale del Comune di Cento. Infine, nell’autunno 2011, il cons. Lorenzo Magagna di Lega Nord sollecitava all’attuale amministrazione di applicare l’esito della votazione unanime chiedendo al Sindaco ed assessore competente motivazioni scritte sull’inadempienza ed il mancato aggiornamento dello Statuto”.
Quello che non torna – Gli incontentabili del movimento hanno deciso di fare qualche ricerca per capire a che punto è la questione. Hanno scoperto, però, che “lo Statuto comunale è ancora fermo all’ultima approvazione consiliare del 23/12/1999”.
Le conclusioni – “Noi, di Cento in Movimento, pensiamo che questa faccenda abbia assunto i connotati di una squallida soap opera dove vi sono alcuni consumati attori della politica centese, una volta all’opposizione, una volta alla maggioranza, che nella fattispecie del tema “gestione dell’acqua” hanno votato seppur a favore, evidentemente in modo superficiale e disinteressato”.
A questo punto si fa una richiesta molto precisa al fine di mettere una conclusione a questa vicenda che, se non veniva sollevata, rimaneva sconosciuta ai più: “Pertanto chiediamo pubblicamente al Sindaco Piero Lodi di mettere una parola “fine” a questa soap opera e di aggiornare entro l’anno lo Statuto comunale. Si tratta di una grave lacuna e non lo chiedono pochi attivisti, bensì 15000 centesi. Attendiamo pubblica risposta dal Sindaco”.
La Redazione