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CENTO 22/10/17 – Una storia che ha davvero dell’incredibile e che sta facendo impazzire il padre Alì El Kard , tunisino trasferito in Italia con la moglie Fouzia ed è a Cento dall’anno 1991, ha il suo lavoro, è molto conosciuto e si comporta in modo irreprensibile. La moglie gli regala ben quattro figlie Ramim 15 anni, Sara 13, Sofia 11 e Linda 8. Il matrimonio ad un certo punto si incrina ed i due si dividono e tre figlie , Sara, Sofia e Linda vengono affidate alla madre e Ramim viene sistemata dal fratello di Alì a San Lazzaro d Savena. La triste storia di Alì e delle sue figlie è seguita con professionalità dall’Avv. Silvia Gamberini che comunque si dichiara “molto sorpresa ed amareggiata per la mancanza di interessamento ad una situazione assolutamente anomala se non assurda”. I due attori principali infatti, l’assessore ai servizi sociali di Cento Cinzia Borgatti e l’assistente sociale Beatrice Brilli non danno per niente soddisfazione al malcapitato Alì Afli che ha dovuto trovarsi anche una casa più grande ed accogliente peraccogliere le figlie che sono ancora soltanto due perchè Sara, la secondogenita, è ancora trattenuta nella casa protetta di Albano (VI) costretta ancora a frequentare la locale scuola di Scienze Umane (Prima Superiore) nel Veneto, dovendo anche sostituire la lingua straniera, che studiava da due anni, il francese, con il tedesco. Achtung, pare dire il padre Alì alquanto contrariato “ l’assistente sociale non ha mai scritto niente a resoconto del primo incontro e neppure nel secondo, avvenuto qui a Cento più di un anno dopo l’inizio della vicenda, il 23 agosto scorso; e siccome siamo stati costretti anche a far intervenire i C.C. di Cento allorquando la madre, al termine del secondo degli incontri quindicinali che doveva fare con le figlie, aveva trascinato le ragazze nella sua auto facendo perdere le sue tracce. Solo due giorni dopo ho saputo che la donna era vicino a Vicenza con il nuovo compagno… ha fatto una comunicazione anche al tribunale ma non ho mai avuto la possibilità di leggerlo… “ La situazione è davvero “misteriosa”, tutto tace. Anche il mio avvocato – dice stizzito Alì –non vede alcun passo avanti; ma io non sono mica arrivato col barcone, sono qui dal ’90, ho un lavoro, sono cittadino italiano da quando frequentavo architettura all’università a Roma, studi che purtroppo non ho potuto finire per trovarmi un lavoro …non sono mica un delinquente. Io vengo da un paese del terzo mondo ma mi pare di poter dire che qui siamo messi molto peggio”. Si capisce bene che Alì è esasperato da questo immobilismo ed è difficile dargli torto.
Giuliano Lodi