CENTO (FE) 05/02/23 ( NOTA STAMPA INNREDAZIONE) LE VALLI COMACCHIESI STANNO SOFFRENDO AL GRIDO D’ALLARME SI AGGIUNGONO LA PAROLE DEL PRESIDNETE DELLA COOPERATIVE “LA VALLE” FILIPPO SAMBI, NONCHE’ , CAPOGRUPPO LISTA CIVICA 2020 NEL CONSESSO CIVICO DI COMACCHIO: ” SERVE UN TAVOLO COMUNE DI DISCUSSIONE”
Quale presidente della cooperativa “La Valle” e di capogruppo della Lista Civica 2Q20 nel consiglio
comunale di Comacchio, sento il dovere di portare ad evidenza pubblica, dei colleghi, degli organi
d’informazione e dell’opinione pubblica tutta il problema il calo dei prezzi e le minacce all’eco
sistema marino di coltivazione delle vongole allevate.
Il consiglio comunale di Comacchio non può sottovalutare l’importanza economica e sociale
dell’attività di acquacoltura che occupa un numero rilevante di cittadini comacchiesi e dà
sostentamento alle loro famiglie. Il progressivo utilizzo di novellame da laboratorio -che è sterile, e
quindi non si riproduce in
natura- per dare il via all’ attività -unitamente all’aumento di tutti i costi gestionali, carburante in
primis- assistiamo ad un aumento significativo del costo degli investimenti nel settore: la vendita
delle vongole di pezzatura commerciale al di sotto di 8 euro/chilo risulta improduttiva.
Purtroppo, da almeno 4-5 mesi a questa parte gli operatori hanno assistito ad un inspiegabile calo
di prezzo, passato dai 9-10 euro al chilo a 6 euro e anche meno. Questo con un costo al
consumatore invariato pari a circa euro 20 al chilo.
Il tutto, in concomitanza con il proliferare di predatori -senza predatori superiori- quali, per tutti, il
granchio blu e la noce di mare asiatica; crostacei di specie alloctona, detta anche aliena o esotica o
introdotta, che stanno decimando le vongole lasciate negli impianti di allevamento in attesa di
tempi migliori.
Auspico, e chiedo, che il Consiglio Comunale di Comacchio prenda una posizione forte e che la
stessa cosa faccia quello di Goro: c’è bisogno di dare corpo ad un tavolo urgente di confronto con
la Regione Emilia-Romagna, istituzione preposta al rilascio e al rinnovo delle concessioni demaniali
marittime ed idriche con finalità di pesca e acquacoltura, perché siamo di fronte a una grave
emergenza ambientale e del mercato.
A mio giudizio, il fatto che coesistano in zone geograficamente circoscritte cooperative di
dimensioni molto diverse e la mancanza di strumenti di rispetto del ruolo sociale di quelle medio-
piccole, che meritano pari dignità, costringe, quest’ultime, ad essere ostaggio di chi detiene
maggior potere contrattuale e di condizionamento grazie alle più ampie zone in concessione,
ossia, per la maggior capacità di quantitativi di vongole da immettere sul mercato.
Manca uno strumento di “riequilibrio”, deputato a creare condizioni di equità economico-sociale
che, pur nel rispetto delle dinamiche del libero mercato, tuteli soggetti deboli, di modo che essi
non possano in alcun modo essere condizionati da chi viene a trovarsi in posizione dominante
all’interno di questo mercato: la mia interpellanza va in questa direzione.
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