CENTO (FE) 11/03/20 – (DI IRENE FINI) “L’ANIMA DI CENTO” TITOLO MISTICO PER L’ULTIMO RACCONTO DELLA RUBRICA “IL PUNTO DI IRENE” DI IRENE FINI !
Per tanti anni ho avuto occasione di osservare, annusare e ammirare le diverse sfaccettature che il Carnevale di Cento offre ed ogni volta scopro lati e aspetti sempre diversi e profondi. Ecco che, in questo ultimo appuntamento della Rubrica, vorrei condividere con voi alcune riflessioni e soffermarmi, in particolare modo, sull’importanza storica culturale e sociale che l’evento allegorico possiede. L’analisi del Cento Carnevale d’Europa pone sempre in maggiore evidenza come questo evento sia riuscito, grazie alla dedizione di colui che ne ha preso in mano le sorti quasi trent’anni fa, a mantenere nel tempo il suo appeal, attirando verso la città centese consistenti flussi di visitatori. Costantemente annoverato dalle testate giornalistiche e dai social, tra le feste assolutamente da non perdere, il Carnevale di Cento appartiene a quella categoria di
celebrazioni proprie della tradizione locale, divenuto brand e icona della comunità che lo sostiene e lo ospita. La sua importanza è tale che recentemente si è collocato al secondo posto dei Carnevali storici riconosciuti dal MiBACT, ma primo per contributi, testimoniando così nuovamente una passione cittadina mantenutasi inalterata quasi interrottamente fino ad oggi. Si riportano, infatti, notizie del Carnevale già nei documenti del ‘500, quando i festeggiamenti allegorici coincidevano con la celebrazione della Festa del Berlingaccio. Agli inizi del ‘600 sarà poi il pittore locale Guercino a documentare iconograficamente le cerimonie carnevalesche, raffigurando una serie di affreschi commissionati per Casa Pannini. Nell’800 alle feste popolari di strada animate da mascheroni di cartapesta si aggiunsero i veglioni di Carnevale riservati alle classi sociali più elevate; e successivamente nel 1870 sfilò il primo corteo di carri con imponenti figure in cartapesta, dando così via al carnevale moderno. Così, ben presto, il Carnevale di Cento si trasforma, tra entusiasmo e follia collettiva dei visitatori, in una gara tra le società carnevalesche per il carro e le coreografie più suggestive. Le giganti figure di cartapesta continuano ancora oggi ad essere prodotte dalle mani esperte dei mastri cartapestai, che volontariamente, come atto di generosità nei confronti della città, dedicano la loro passione e il tempo, da un’edizione allegorica all’altra per tutto l’anno, all’ideazione, progettazione e realizzazione dei carri allegorici e dei loro complessi movimenti meccanici. Come per tutti i percorsi, anche il cammino annuale del Cento Carnevale d’Europa ha riscontrato e riscontrerà i suoi ostacoli; ma questi contrattempi, vengono sempre letti da
coloro che ne fanno parte, in chiave positiva e interpretati come trampolino di lancio per puntare al meglio. Fin da sempre, il Carnevale è riuscito a coinvolgere emotivamente chi vi partecipa, sia come artigiano volontario, sia come figurante che come spettatore. Il Carnevale di Cento è cultura territoriale, è storia della sua città e della sua comunità. Inutile negarlo, questo evento è una preziosa cassa di risonanza, fonte economica e occupazionale, nonché sempre incubatrice di nuove idee e opportunità, che il territorio nel suo insieme, dovrebbe cogliere maggiormente.