CENTO (FE) 22/04/21 ( DI IRENE FINI ) “IL PUNTO DI VISTA DI IRENE “ – RINNOVAMENTO DELLA SCULTURA: IL DAVID DI MARMO DI DONATELLO E NON C’E’ SOLO IL MARNO NELLA SFIDA QUOTIDIANA DI DONATELLO NE PARLIAMO NELLA PROSSIMA PUNTATA!
Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, nacque a Firenze nel 1386 e fu uno dei più
straordinari artisti del Quattrocento. Figlio di un cardatore di lana, Donatello trascorse la sua
giovinezza in un misero ambiente familiare e immediatamente si contraddistinse per il suo animo
umile, che rimase tale anche quando raggiunse il successo. Probabilmente la sua formazione deve essere stata artigianale: alcune fonti lo inquadrano sotto la professione di orafo e vedono una sua partecipazione all’interno della bottega del Ghiberti. Agli inizi del Quattrocento a Firenze esisteva un importante cantiere del Duomo che commissionava e riuniva i più grandi artisti del momento. Anche Donatello ne prese parte, forse nel 1407, in cui tra l’altro è assai probabile che conobbe Brunelleschi. L’amicizia con Brunelleschi fu determinante per la carriera di Donatello. Si presume che insieme i due artisti abbiano compiuto un viaggio a Roma (1409) e che qui, Donatello ebbe la possibilità di ricercare reperti antichi attraverso i quali scoprire i segreti della proporzione e della forma plastica. Ma tra i due non scorreva sempre una grande simpatia: lo stesso Vasari scrisse che Brunelleschi criticò molto spesso le opere di Donatello, tra cui un Crocifisso, accusandolo di aver messo in croce un contadino. Contadini o meno, Donatello, già definito dal Vasari come colmato “di meravigliose doti”, ancora oggi viene visto dagli storici dell’arte come colui che rinnovò la scultura italiana del XV secolo. Fu un grande sperimentatore sia nella tecnica che nei linguaggi espressivi. Ciò che immediatamente lo contraddistinse dalla tradizione del tempo fu quel costante realismo; un realismo scandito dalla necessità di mettere al centro l’uomo, sia nelle sue qualità sia nelle sue imperfezioni e paure.
Queste caratteristiche emergono con forza nel “David”, statua in marmo di considerevoli
dimensioni (h 1,92 cm), commissionatagli per l’abside di Santa Maria del Fiore di Firenze e
attualmente conservata al Museo Nazionale del Bargello. Nonostante nella scultura permanga
ancora una sensibilità tardogotica, come il viso inespressivo e il collo allungato, inizia ad
intravedersi come in realtà Donatello sperimenti un nuovo modo di proporre la posa della figura
biblica. Lo sguardo, la posizione falcata, la rotazione del busto, l’attenzione conferita nella resa del
panneggio, sono tutti elementi che fanno avvertire una tensione totalmente innovativa ed
inconsueta. Di notevole interesse e realismo è anche la testa di Golia, collocata ai piedi del David,
con la pietra ancora conficcata al centro della sua fronte e con la fionda appoggiata sulla chioma.
Donatello quindi grazie alla sua acuta sensibilità e capacità di resa del dettaglio, iniziò a
sperimentare una diversa energia e vitalità, tutte caratteristiche che poi, successivamente, saranno
osservate e studiate attentamente dal nostro burrascoso e geniale Michelangelo Buonarroti per il suo
“David”.