CENTO (FE) 13/08/21 “IL PUNTO DI IRENE” SCOPRE LE SFUMATURE DELLA MADONNA DEL CARDELLINO DI RAFFAELLO SANZIO: LA NATURA GENTILE DI RAFFAELLO NELLA MADONNA DEL CARDELLINO!
Raffaello Sanzio (1483-1520), definito anche come il pittore della bellezza, nato ad Urbino, da
sempre viene identificato come l’emblema della pittura rinascimentale. Di modello di assoluto
riferimento, la cui cifra stilistica lo porta ad essere riconosciuto come pittore universale, Raffaello
ebbe il merito di ritrovare quell’armonia tra forma naturale e principio ideale. Proprio come venne
definito anche dal Vasari “(…) il quale con tutta quella modestia e bontà, che sogliono usar coloro
che hanno una certa umanità di natura gentile, piena d’ornamento e di graziata affabilità, la quale
in tutte le cose sempre si mostra (…)” , il giovane artista urbinate seppe coniugare uno straordinario
talento con una signorilità innata e una spregiudicatezza gentile che gli assicurarono, in pochi anni
di carriera, una fortuna professionale con pochi precedenti. Più di Leonardo Da Vinci e più di Michelangelo Buonarroti, meno inclini a deviare dalle proprie sperimentazioni artistiche, Raffaello Sanzio capì immediatamente che per essere veramente “classico” doveva operare in sintesi, cioè scegliere e selezionare il meglio dalla natura e dall’arte stessa. Per questo fu fortemente criticato da Michelangelo Buonarroti, il quale affermò:“Non hebbe quest’arte da natura, ma da lungo studio”, quasi come criticandogli la mancanza del genio creativo, di quell’ispirazione divina di cui invece egli godeva. L’opera che più di altre esprime la “natura gentile” dell’artista urbinate è la “Madonna del Cardellino” (olio su tavola, 107 x 77 cm). Eseguita tra il 1505 e il 1506, essa fu dipinta da Raffaello a Firenze per il mercante e suo amico, Lorenzo Nasi. Lo stesso Vasari ci testimonia di questo fatto così: “Aveva preso Raffaello amicizia grandissima con Lorenzo Nasi, il quale avendo tolto donna in que’ giorni fecesi che Rafaello gli dipinse un quadro d’una Nostra Donna, per tenere in camera sua (…). Straordinaria in tutto il suo fascino, la Madonna del Cardellino, attualmente visibile presso gli
Uffizi, è un’opera che si costruisce attraverso i rapporti dei personaggi. La Vergine, seduta su un masso con un libro in mano, guarda con tenerezza il piccolo San Giovanni, il quale porge a Gesù bambino il cardellino. Il cardellino viene qua interpretato come prefigurazione della Passione; il volatile, infatti, viene così chiamato per la sua consuetudine di cibarsi principalmente dei semi del
cardo, pianta che nella simbologia cristiana rappresenta i dolori e gli ostacoli terreni. Il cardellino è
ben saldo tra le mani dei due piccoli bambini e l’idea di trattenerlo significa dunque accettare
volontariamente le sofferenze per conseguire il “bene”. Con un’attenzione al dettaglio e alla gestualità senza precedenti, si noti come la Vergine posi la
mano sulla schiena del piccolo San Giovanni, riconoscendolo così quale predecessore di suo figlio.
Alle loro spalle si apre un paesaggio d’ascendenza leonardesca, ampio e luminoso, dove in
lontananza si scorge una città circondata da mura che la forma della cupola potrebbe spingere ad
identificare con Firenze. Sempre nella città fiorentina, infatti, Raffaello ebbe modo di conoscere
Leonardo Da Vinci, ormai cinquantaduenne, con una ricchissima carriera alle spalle. Raffaello
rimase molto affascinato dallo stile di Leonardo ed alcuni elementi si ritrovano anche nella
Madonna del cardellino come: la forma piramidale del gruppo, la varietà degli atteggiamenti, il
paesaggio e soprattutto la vivezza delle espressioni. Raffaello Sanzio, quindi, amabile, educato e raffinato quanto ambizioso, si dimostra un vero e
proprio genio, fuori dal comune, che pochi anni dopo (1508) vedrà una vera e propria esplosione del
suo stile nelle Stanze Vaticane di Roma.