Cento, 04 marzo 2017 – (di Marco Rabboni) Non perde tempo Mirco Gallerani Magistrato della Partecipanza Agraria di Cento , il quale, a poche ore dalla pubblicazione da parte nostra di una nota stampa ai media con accuse mossegli da nove membri della maggioranza dell’antico ente compreso l’attuale presidente Tassinari Aproniano c’invia una dura replica. Soffermandosi su due aspetti presi in considerazione dalla nota dei novi componenti della maggioranza
- L’approvazione del bilancio di previsione anno 2017;
- Il superamento della discriminazione tra maschi e femmine nello Statuto della Partecipanza.
E dice: “In merito al punto (1), per l’approvazione del bilancio rispondono gli atti, per i quali il bilancio nella seduta del 21 dicembre 2016 è stato dichiarato dalla segretaria facente funzione, sulla base dei nove voti ottenuti, che non costituiscono la maggioranza assoluta dei (componenti del consiglio) votanti, come “NON APPROVATO”. Solo quindici giorni più tardi, il
4 gennaio 2017, il segretario dell’Ente, ha sottoscritto un parere con il quale il bilancio doveva intendersi approvato. Ricordo che detto bilancio prevede per lui un aumento di stipendio annuo pari a 22.300,oo euro . Inoltre, solo il 16 febbraio 2017 la deliberazione n.16, relativa al bilancio di previsione è stata pubblicata all’Albo Pretorio e contiene un falso clamoroso dichiarando “Assiste il segretario Dott. Alessandro Tassinari”, che invece era assente. Per sostenere la legittimità dell’approvazione di un atto così confezionato, il presidente di concerto con il segretario ha convocato il 6 febbraio 2017 una riunione di Magistratura, con modalità di tempi talmente ristretti (meno di quattro ore) al solo scopo di impedire la mia presenza, per incaricare un legale di propria fiducia ed escludendo l’organo di controllo regionale, di esprimere un parere pro-veritate sull’approvazione del bilancio. Detto parere, naturalmente, non poteva che essere favorevole all’operato del segretario,ma non costituisce certamente una “certificazione di approvazione”, come si vorrebbe fare credere sul sito dell’Ente. Pertanto, nei prossimi giorni, convinti che queste modalità non consentano l’approvazione del bilancio di previsione, nove consiglieri (di cui sette hanno già inviato una diffida all’esecuzione del bilancio) e non il solo scrivente, si rivolgeranno all’organo di controllo regionale per appurare la legittimità di tali comportamenti.
In merito alpunto (2): Superamento della discriminazione tra maschi e femmine risponde il verbale di Magistratura n.16 del 3 novembre 2016, che seppure mai pubblicata la deliberazione, in evidente difetto di legalità, indica come la maggioranza dei presenti fosse contrari a rimuovere la discriminazione tra
uomo e donna proposta da Gallerani. Il Presidente dovrebbe responsabilmente rendersi conto che non possiede più una maggioranza e rimettere il proprio mandato al Consiglio. Pertanto, non rimane che prendere atto di un metodo che sta sempre più allontanando la Partecipanza dalla legalità, avvicinandola a soluzioni di natura giudiziaria e commissariale.