CENTO (FE) 06/11/25 ( COMUNICATO STAMPA) TERAPIA INTENSIVA DI CENTO: LA VERITA’ CHE NON DICONO AI CITTADINI…IL SILENZIO ASSORDANTE DEL SINDACO DI CENTO…LE DOMANDE DEL GRUPPO FRATELLI D’ITALIA DI CENTO…LA FOTOGRAFIA DELLA CAPOGRUPPO (FDI) FRANCESCA CALDARONE E’ SINCERAMENTE IMPIETOSA …
“Terapia Intensiva di Cento: la verità che non dicono ai cittadini”

FINITA LA NOSTRA STAGIONE AL MERCATO CONTADINO DI CENTO PER LA STAGIONE AGRARIA 2025 CI RIVEDIAMO IL PROSSIMO ANNO VI TENGO INFORMATI SULLE NOVITA’ 2O26
Negli ultimi giorni l’AUSL di Ferrara ed il sindaco Edoardo Accorsi hanno diffuso dichiarazioni rassicuranti in merito al “non depotenziamento” della Terapia Intensiva dell’Ospedale di Cento.
Ma i centesi meritano chiarezza: la verità è che i dati oggi utilizzati per dire che la Terapia Intensiva sarebbe poco utilizzata sono il risultato di scelte politiche e organizzative precise, attuate senza un’adeguata informazione pubblica.
La Regione Emilia-Romagna, con la DGR 2040/2015, ha recepito un decreto del governo Renzi che imponeva standard ospedalieri e la rete “hub & spoke”, ossia la centralizzazione negli ospedali principali (“hub”) degli interventi più complessi. L’’AUSL di Ferrara ha dato attuazione a questa determinazione regionale solo di recente, circa un anno fa.
Cosa è accaduto a Cento?
Gli interventi di media e alta complessità – quelli che richiedevano il supporto della Terapia Intensiva – sono stati progressivamente spostati verso Cona, mentre a Cento oggi si eseguono soprattutto interventi più leggeri, di cosiddetta “parete”.
È evidente che, così facendo, il numero totale di operazioni aumenta, ma diminuisce drasticamente il ricorso alla Terapia Intensiva, creando l’illusione che “non serva più”.
Su questa base, l’AUSL oggi parla di “nessun depotenziamento”: ma il dato è il risultato di una scelta politica a monte, non di una riduzione spontanea delle necessità cliniche.
Resta poi un problema serio: se a Cento non si eseguono più interventi complessi, *cosa succede se arriva in pronto soccorso un paziente in gravi condizioni che non può essere trasportato a Cona? La risposta è che viene operato a Cento d’urgenza.*
Come si può *pensare di* garantire la sicurezza e la competenza chirurgica in un ospedale dove certi interventi vengono evitati in via programmata, ma possono rendersi necessari d’urgenza?
E chi si assume la responsabilità di *operare in assenza della pratica quotidiana su casi complessi* o trasferire un paziente critico fino a Cona, 50 km più in là, su un percorso spesso difficile?
Di fronte a tutto questo, il silenzio del sindaco Accorsi e del Partito Democratico è incomprensibile.
Nessuna informazione ai cittadini, nessuna presa di posizione in difesa del nostro ospedale.
È difficile non vedere in questo atteggiamento la stessa logica che, anni fa, portò allo svuotamento progressivo dell’ospedale di Bondeno: piccoli passi, sempre “temporanei”, fino alla perdita di servizi essenziali, come ci ha già visti protagonisti con il reparto maternità.
Chi governa ha il dovere di dire la verità e difendere la sanità territoriale.
A Cento, invece, si è scelto di tacere.
La salute dei cittadini non può essere sacrificata in nome di equilibri politici o strategie regionali.(Capogruppo Francesca Caldarone )







